Il piazzale dei giochi
il LATO DEL CERCHIO - 13 MAGGIO 20199
La notte pitturava di blu la vergogna del cielo, ogni ora meno timido. Intorno al cortile la corrente inciampava nei lampioni animando una danza di proiezioni su una musica muta. Spuntavano i primi sbadigli a caccia d’aria vespertina, dalle finestre aperte nel buio emergeva in sottofondo lo sciacquio delle stoviglie in ammollo nel lavello e lo zapping che dal divano tormentava il televisore quanto le zanzare le gambe nude.
Si aspettava che l’ombra notturna spolverasse dal pavimento la giornata bollente e restituisse il piazzale dei giochi alla sfida sospesa. Il confronto intratteneva l’estate animando le serrande di tutti i vicini, consumati tifosi del pallone, indifferenti alle squadre in gioco. Dalle piastrelle l’odore di gomma e di olio lubrificava l’attesa mentre sospesi sul parcheggio gli occhi di una gatta bucavano il buio mistico, come i secondi dell’ora analogica. I due si passarono sguardi severi e iniziarono a spazzare il campo con i piedi neri, sembravano due tori pronti a caricare il proprio destino dietro il manto rosso del tramonto in declino. Le scarpe in un angolo, il pallone al centro, il muretto da sponda alleata e nemica nel doppio gioco di attacco e difesa. Il fischio dell’ultima rondine avvia la partita: si corre d’anticipo, più avanti, più avanti, di più… si torna, s’inciampa, canaglia! Poi sponda, rimpalla, scalvalca e va giù oltre la cinta, a fondo nell’abisso del vicolo che scende ripido fino alla fine. E via! Corri d’appresso alla palla che cerca di perdersi, le gambe frenano ma la mente spinge in picchiata a capofitto nelle profondità dei viottoli umidi. Alleati ora a caccia del dissidio che li unisce, come sarà per tutta la vita: nemici nel gioco della rivalità, compagni nel bisogno.




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