Non ricordo il significato di “amnesia”
il LATO DEL CERCHIO - 19 SETTEMBRE 2019
» Mi hanno detto che si è perso di nuovo.
« È uscito di casa con un’intenzione precisa, ma arrivato là dove si era prefissato se l’è scordata.
» Chi non sa dove andare non si perde mai. Vede, la sua memoria breve è molto corta. Mi scusi il gioco di parole, si diventa un po’ insensibili dopo numerosi casi simili a questo. Per farle capire la situazione… provi a figurarsi la mente di suo padre come una stanza, e tutti gli episodi recenti, le intenzioni o i propositi quotidiani come dei massi al centro. Ogni passo fatto per uscire ci allontana dai sassi che divengono sempre più piccoli, ad una certa distanza non sembreranno altro che ghiaia fino a diventare invisibili pulviscoli di polvere di cui resta soltanto un sentore, un fastidio al naso. Poi quando rientriamo nella stanza il ricordo torna palese umiliando la dimenticanza con tutta la pesantezza di quei massi.
« Io, dottore, capisco le conseguenze della malattia, mi rassegno a tutte le problematiche conseguenti e cerco di fare accettare anche a mio padre i limiti della sua memoria, ma lui si scorda di non ricordare, e continua a vivere normalmente, inconsapevole della sua anormalità.
»È inevitabile non avere coscienza dei propri problemi, se ne fossimo consapevoli diventerebbero semplici difetti. In molti casi la demenza non è che l’evolversi della vita, uno degli ultimi stadi naturali del nostro essere. Nasciamo come un granello di sabbia in balia delle onde del tempo, cellula dopo cellula ci ingrandiamo fino a creare un sasso, uno scoglio ed una montagna, poi il vento inizia a modellarci, la pioggia ammorbidisce le forme fino a consumarle e farci tornare un piccolo granello di materia. Uguale è la storia della nostra mente, per alcuni di noi. Il bambino si dimentica facilmente di quel che fa, spesso è sufficiente distrarlo per far sì che si dimentichi persino del dolore, eppure non ci si preoccupa per la poca memoria che dimostra. Dovremmo avere la stessa reazione davanti a persone come suo padre. Alcuni pensano sia un meccanismo di difesa: arrivati al punto in cui le cose che è possibile fare sono poche, così come le novità, il cervello decide di rendere ogni giorno, ogni minuto, ogni dialogo e domanda, nuova anche se l’abbiamo già ripetuta. Così la noia sparisce. Non si hanno tante aspettative per il futuro a quell’età, e grazie a questo processo tutto diventa presente, momentaneo ed istantaneo. È curioso che il nostro bagaglio di ricordi lontani non venga intaccato dalla demenza, come se fosse sufficiente il passato per poter proseguire. In questa malattia il miglior modo di assistere il paziente è essere pazienti, ed è una di quelle occasioni rare in cui i miglioramenti non si notano nel malato ma nel curante.
« È uscito di casa con un’intenzione precisa, ma arrivato là dove si era prefissato se l’è scordata.
» Chi non sa dove andare non si perde mai. Vede, la sua memoria breve è molto corta. Mi scusi il gioco di parole, si diventa un po’ insensibili dopo numerosi casi simili a questo. Per farle capire la situazione… provi a figurarsi la mente di suo padre come una stanza, e tutti gli episodi recenti, le intenzioni o i propositi quotidiani come dei massi al centro. Ogni passo fatto per uscire ci allontana dai sassi che divengono sempre più piccoli, ad una certa distanza non sembreranno altro che ghiaia fino a diventare invisibili pulviscoli di polvere di cui resta soltanto un sentore, un fastidio al naso. Poi quando rientriamo nella stanza il ricordo torna palese umiliando la dimenticanza con tutta la pesantezza di quei massi.
« Io, dottore, capisco le conseguenze della malattia, mi rassegno a tutte le problematiche conseguenti e cerco di fare accettare anche a mio padre i limiti della sua memoria, ma lui si scorda di non ricordare, e continua a vivere normalmente, inconsapevole della sua anormalità.
»È inevitabile non avere coscienza dei propri problemi, se ne fossimo consapevoli diventerebbero semplici difetti. In molti casi la demenza non è che l’evolversi della vita, uno degli ultimi stadi naturali del nostro essere. Nasciamo come un granello di sabbia in balia delle onde del tempo, cellula dopo cellula ci ingrandiamo fino a creare un sasso, uno scoglio ed una montagna, poi il vento inizia a modellarci, la pioggia ammorbidisce le forme fino a consumarle e farci tornare un piccolo granello di materia. Uguale è la storia della nostra mente, per alcuni di noi. Il bambino si dimentica facilmente di quel che fa, spesso è sufficiente distrarlo per far sì che si dimentichi persino del dolore, eppure non ci si preoccupa per la poca memoria che dimostra. Dovremmo avere la stessa reazione davanti a persone come suo padre. Alcuni pensano sia un meccanismo di difesa: arrivati al punto in cui le cose che è possibile fare sono poche, così come le novità, il cervello decide di rendere ogni giorno, ogni minuto, ogni dialogo e domanda, nuova anche se l’abbiamo già ripetuta. Così la noia sparisce. Non si hanno tante aspettative per il futuro a quell’età, e grazie a questo processo tutto diventa presente, momentaneo ed istantaneo. È curioso che il nostro bagaglio di ricordi lontani non venga intaccato dalla demenza, come se fosse sufficiente il passato per poter proseguire. In questa malattia il miglior modo di assistere il paziente è essere pazienti, ed è una di quelle occasioni rare in cui i miglioramenti non si notano nel malato ma nel curante.
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