L'uomo che munse il cavallo
il LATO DEL CERCHIO - 5 GIUGNO 20199
Durante gli anni della fame arrivò al villaggio un bifolco. Mendicava un po’ di elemosina a chi non ha niente e presto il suo stomaco capì quanto poco sazia chiedere a chi non può dare. Nei giorni di tempesta si riparava nella stalla comune, rifugio degli sfollati che per dimenticarsi la disperazione si prendevano gioco della sua ignoranza. Quelle notti di sciagura il bifolco temeva che la volta celeste crollasse sul mondo come una cupola sconfitta dal terremoto, vedeva i lampi illuminare le crepe del cielo e non capiva che fossero fulmini. Di questo lo canzonavano gli altri rifugiati, ma il gioco più esilarante fu quello che trasformò il bifolco in matto del villaggio: lo convinsero che il vecchio stallone da tiro fosse una particolare vacca del nord la cui unica mammella stillava un nutriente latte denso simile al prezioso kefir. L’ingenuo non dubitò della propria ignoranza e tantomeno di quella dei compagni, munse il cavallo e mangiò il frutto del suo amplesso. Grande fu il divertimento degli altri disgraziati per quello scherzo, che presto si tramutò in disgusto poiché, pur avendogli rivelato il gioco, il bifolco non capì e continuò a nutrirsi del seme. La fame continuò e chilo dopo chilo consumò tutti ad eccezione dell’imbecille che mungeva il cavallo.




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