Piccola mafia
il LATO DEL CERCHIO - 5 SETTEMBRE 2018
La bontà ed il buonismo invitano inconsapevolmente la depravazione e il dispotismo ad un’opportunità di potere. Anche le piccole realtà genuine soffrono di personalità intolleranti, malate di una necessità di controllo che ammorba l’entusiasmo di tutta la comunità. Inizialmente si presentano come persone accondiscendenti e generose, promulgatori di valori così affini al pensiero comune da incoraggiare all’amicizia e alla devozione. Con il tempo quei valori si rivelano privati e la mortificazione per aver considerato gratuita la generosità diviene tale da consumare dolorosamente la stima cresciuta.
L’artificio inventato dai piccoli mafiosi per governare è sempre lo stesso: creare un problema di cui sono la soluzione. Divenuti indispensabili alla comunità mascherano le loro vite in una nebbia di incomunicabilità in cui niente è trasparente e limpido.
Lo scontro con queste entità degrada ogni stimolo di iniziativa. L’illogica fatica nel cercare di comprenderli porta ad una condivisibile reazione: “non ne vale la pena”. Il più delle volte si lascia perdurare il loro dominio a favore del quieto vivere ed in memoria del sincero affetto iniziale. La convivenza diviene insostenibile quando la corruzione e la complicità infettano il pensiero con odio e vendetta verso colui che toglie lucidità e libertà. Purtroppo nella perpetua lotta tra cultura ed ignoranza l’unica saggia vittoria è la sconfitta poiché è stupido combattere la cattiveria con la violenza. La speranza dimora nella ragione unico strumento capace di insegnare la differenza tra furbizia e intelligenza tra giustizia e convenienza.


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