Il Pianto degli ombrelli
il LATO DEL CERCHIO - 11 FEBBRAIO 2021
Il sinistro era più chiaro del destro, più vicino al sopracciglio e tanto più profondo da risultare meno luminoso, ma più sincero. Difficile dire quale dei due fosse quello “giusto”… comunque piangeva solo dal destro con lacrime rare risalite dall’infinito cunicolo della pupilla, così preziose che non furono sprecate nemmeno il giorno del suo matrimonio.
Pioveva.

Sgocciolano le lacrime
guadagnano d’altezza
ogni goccia evasa esprime
dramma e leggerezza.
Lacrime che
sfidano la gravità del terreno:
satelliti in un cielo sereno.

Amava isolarsi cullandosi in una visione presbite della vita: vedeva meglio le situazioni da una certa distanza, una bizzarria del carattere pari a quella oculare. Ma ogni amore comincia con una distanza, ad eccezione di quello materno, annullarla è l’obiettivo degli innamorati. Perciò, nonostante la sua indole introversa, s’innamorò.
Aveva un carattere estremamente pratico, un’intrinseca concretezza tangibile in ogni gesto, e a portata di mano una soluzione facile per qualsiasi situazione, così quando, davanti al prete e con tutta la platea alle spalle, il fidanzato non ebbe il cuore di diventare marito, lei non si scoraggiò, disse la cosa più appropriata da recitare davanti ad un altare: «Amen!», come a dire: oramai siamo qui cerchiamo almeno di divertirci.
Nonostante l’epilogo drammatico, gli invitati attesero comunque, sulla gradinata della chiesa, l’uscita della sposa dalla navata stringendo nella mano l’ombrello invece del pugno di riso. L’atmosfera era sospesa in una finta drammaticità non triste, imbandita per occultare l’eccitazione della situazione, solo gli ombrelli sembravano piangere lacrime offerte dal maltempo, false anche quelle; la sposa conosceva la morale della filastrocca: gli ombrelli piangono al contrario.

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