Valerie
il LATO DEL CERCHIO - MERCOLEDÍ 15 FEBBRAIO 2017
« Valerie.

Ogni volta che si presentava, una delicata fragranza di ciclamino si emanava dalle sue labbra inumidite, il suo respiro fresco diffondeva nell’aria goccioline nelle quali speravi di affacciarti, ed eri tentato di seguire il suo viso come fosse un ventilatore in movimento, in cerca del getto d’aria refrigerante. I capelli, selvaggi e composti insieme, fluttuavano in una bolla d’acqua invisibile quando si voltava, per poi riposarsi morbidamente sulle spalle scoperte. Chiunque avesse una Y tra i propri cromosomi solo a vederla diveniva suo spasimante, giovane o vecchio, sposato o prete. Chi rimaneva incantato dalla femminilità, chi dalla gentilezza, chi dalla simpatia, chi dalla riservatezza; poi c’erano i più maschi, innamorati solo perché non si era mai concessa a nessuno.
Valerie era stata la più graziosa ragazza di tutto il college. Poi fu la più bella donna dello stato per il Daily News, dove si occupava della rubrica di cronaca mondana, e col tempo divenne la signorina più desiderata della contea, la signora più in forma del quartiere, fino ad essere la più rimirata zitella della via. Avrebbe potuto ancora portare con eleganza gli abiti giovanili gelosamente conservati negli armadi, tuttavia era raro che li indossasse: a contatto con la pelle morbida ma sempre più trasparente, quei vestitini suscitavano un senso di disagio, le pieghe datate si diffondevano su tutto il corpo, invecchiando anche il trucco più moderno.
Valerie stava appassendo. Come accade alle belle donne, il suo modo di sciuparsi preservava una nostalgica dignità custodita tra le pagine della sua vita, ed ogni giorno che la schiacciava, invecchiava la sua bellezza rendendola preziosa. L’aspetto ancora nobile esaltava la perfezione della sua forma alimentandone la solitudine, poiché nessuno aveva il coraggio di prender parte a quel disegno, nel timore di rovinarlo. Il fascino degli antichi oggetti conservati nei musei nasce in gran parte dal divieto di toccarli.
Per questo, poco a poco Valerie stava iniziando a trascurare quegli accorgimenti che affinavano il suo aspetto, come il minuscolo neo pitturato sul lato interno del naso, un piccolo punto di gravità capace di raddrizzare visivamente il leggero strabismo di Venere. Il vicinato rimase sorpreso da quel cambiamento quasi impercettibile: “non mi ero mai accorta fosse strabica!”, ma nessuno notò la scomparsa del neo. Aveva smesso di equipaggiarsi del reggiseno imbottito che sopperiva a un’insufficienza volumetrica per la moda del tempo, e non dava più peso alle lentiggini comparse sul dorso delle mani, piccole macchie coltivate dal tempo. Difficile indovinare quanti anni potesse avere, era una vecchia ragazza che trascorreva eternamente gli ultimi giorni di giovinezza.

» Il Signore, che illumina con la fede i nostri cuori, ti dia una vera conoscenza dei tuoi peccati e della sua misericordia.
« Amen
» Da quanto tempo non ti confessi, figlia mia?
« Ti prego Richard, non chiamarmi “figlia mia”.
» Valerie?
« Non riconosci più la mia voce?
» La grata del confessionale mi protegge dal tuo profumo. Sei qui per confessarti?
« Ho commesso solo un peccato, mio caro: innamorarmi di un prete.
» Certamente questo è un peccato, ma per il sesso maschile! I peccati da farti assolvere sono la cocciutaggine e l’insistente, assillante ossessione con cui mi sfinisci. Esci di lì, ché non hai bisogno di confessarti, andiamo in cortile.
« Richard, possibile che non sia contemplata, nell’infinita saggezza e pietà di Dio, la possibilità che tu mi sposi?
» Padre Richard. Quel “padre” risponde già alla tua domanda.
« I protestanti lo fanno. Non potresti diventare un pastore?
» Non cambierebbe nulla, Valerie, non sono portato per l’amore di una donna.
« Una volta lo eri.

L’unico uomo al quale Valerie avrebbe desiderato concedersi era un prete cattolico, un uomo che l’amava in egual modo a tutte le altre donne della sua parrocchia. Padre Richard la superava di qualche centimetro in altezza, quanto bastava per non sfigurare quando lei calzava i tacchi della domenica. Aveva occhi grandi nascosti dalle sopracciglia cadenti che rendevano ogni sua espressione pensierosa e profonda, motivo per cui le sue battute di spirito divenivano ancora più comiche. Non era mai stato un bel ragazzo, ma sapeva imitarne l’atteggiamento, espediente sufficiente per molte delle giovinette collegiali che gli avevano fatto la corte. Valerie era stata l’ultima sua conquista prima di scegliere i voti. Si erano amati di quell’amore rivelatorio che trasforma la vita, svelando il filtro tramite il quale ogni ragazzo osserva una ragazza. Era stata la sua vergine, fino a che non aveva incontrato la Madonna. L’ultimo bacio che si erano scambiati riposava ancora sulle labbra di entrambi. Quelle del reverendo sembrava fossero state concepite per predicare: la distanza che separava il naso dal labbro era di almeno due dita, solcata da un profondo prolabio che rendeva la rasatura difficoltosa, e dove si annidava durante le funzioni estive una capiente goccia di sudore. La sua bocca si muoveva assimmetricamente, il labbro superiore rimaneva immobile, scolpito nel cranio, mentre quello inferiore sobbalzava con la mascella: pareva il pupazzo ventriloquo di Dio. Era uno di quei particolari un po’ disgustosi se presi singolarmente, ma nel complesso contribuiva a rendere il viso di Richard interessante, affascinante, quasi attraente. Da quando aveva ottenuto l’ordinazione, gli addominali si erano rilassati sulla cintura e scherzosamente sosteneva che fosse inevitabile ingrassare, dovendo contenere in un corpo solo tutti i Corpi di Cristo che trangugiava. Valerie non aveva mai dato peso alla sua stazza. Solo da principio era stata attratta dall’aspetto fisico, l’interesse si era presto trasformato in amore per la persona, ed il corpo era divenuto un piacevole involucro rilevante quanto un bel pacco regalo nei confronti del contenuto.

« Non ti manco mai?
» Ti vedo tutti i giorni, sei la fedele più devota alla mie funzioni. La scorsa domenica Daniel non mi ha fatto iniziare la messa fino a che non hai preso posto. Abbiamo ripetuto l’inno due volte.
« Non ti mancano i miei baci? Non ti manca far l’amore?
» Certo! Che diamine, era fantastico.
« Ne parli come se fosse stato un giro in giostra.
» Non fare la musona. Sai che ero innamorato di te. Ti voglio ancora molto bene.
« Bè io ho una gran voglia di fare sesso. Sono così a secco che non mi basterebbe un pieno.
» Ehilà, che raffinatezza. Stai chiedendo aiuto all’uomo sbagliato. Sono sicuro che impegnandoti puoi trovare quel che cerchi.
« Non sarebbe giusto far l’amore con chiunque pensando a te. E poi non so nemmeno se questa voglia riguarda il sesso o se è più un modo per sentirmi ragazza. Ti ricordi quando passavamo la sera in cerca di un posto appartato? Ora la serata la trascorro sola con in mano una tazza di tè, a guardarla evaporare. L’altro giorno mi sono resa conto di starmene lì in piedi, occupata a far passare il tempo. Ti capita mai? La frenesia e l’ansia di dover fare, di non sprecare i minuti, svanisce finchè non finisce il tè. Quando eravamo giovani non esisteva nessuna tazza di tè. ⎯ ti amo ancora, Richard.
» Valerie, non so più se sei innamorata di me, di chi sono, o di cosa rappresento per te: il ricordo di cosa siamo stati. Vedi, molti di noi non sono innamorati di Dio in quanto persona, del Dio uomo, ma di quello che simboleggia, della divinità. Non bisogna amare Dio perché è un dio, sarebbe un falso amore, l’amore per un’idea. Le idee possono essere sbagliate: se Dio fosse malvagio non lo ameremmo, nonostante la sua natura divina. ⎯ scusami, la predica non c'entrava niente.
« No direi di no. Comunque non sono innamorata di un’idea. Sai cos’è che mi fa rabbia? Ti ci ho portato io la prima volta in chiesa, e mi sono dovuta pure impegnare per convincerti.

Valerie e Richard erano rimasti in buoni rapporti dopo la rottura del fidanzamento. Il loro amore si era trasformato in affetto quasi fraterno, in cui volersi bene è un’abitudine più che una necessità. Dopo essere stati la coppia perfetta per alcuni anni, ora erano per tutti l’esempio di come il destino, Dio o chi per lui, non segua i canoni umani: “C’è un piano per tutti noi e non ci è dato sapere quale sia. Bisogna fidarsi, guarda Padre Richard e la signorina Valerie. Chi l’avrebbe detto che non si sarebbero sposati, erano così belli insieme”. Questo era il pensiero di tutti: le signore nei circoli e gli uomini nei bar si riferivano alla loro storia tutte le volte che qualcuno diceva “chi l’avrebbe mai detto che…” oppure “sono sicuro che…”.
Col tempo le cose cambiarono anche per loro: il peso di quello che sarebbero potuti essere, se avessero fatto scelte diverse, gravava sul loro presente. Avevano l’impressione di camminare a fianco della vita parallela che si erano lasciati sfuggire, ed ogni tanto sembrava che la intravedessero nel loro riflesso sui finestrini della macchine o nelle pozzanghere sui marciapiedi, perché d’un tratto era difficile guardarsi e la tranquillità dei loro comportamenti si irrigidiva in un impacciato stato di rimorso. Quando non si prova il sentimento di cui si è convinti, ragioni con il cuore e senti con la testa, e quasi sempre ci si innamora di un’idea pensando sia reale.
Valerie fu sempre meno puntuale alle funzioni di Padre Richard, fino a trascurarle del tutto, a favore di una intermittente sala da bingo illuminata anche in pieno giorno, in cui le prediche dal pulpito erano scandite chiaramente con l’inequivocabilità dei numeri. L’affetto per Richard non si dileguò mai e ogni occasione di incontro inatteso era una gioia sincera e spontanea. Il reverendo, dal canto suo, non mutò le convinzioni riguardanti il proprio credo, ma accusò la perdita di un’amica fedele alla quale non rinfacciò mai l’assenza in chiesa. Spesso, durante la predica, lo sguardo di Richard si soffermava sulla prima panchina, quella solitamente occupata da Valerie, e la signora seduta al suo posto si sentiva graziata di un’attenzione particolare.

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