Postumi
il LATO DEL CERCHIO - MERCOLEDÍ 17 MAGGIO 2017
Al risveglio, il consueto alzabandiera mattutino sventola sotto le lenzuola uno stendardo stropicciato, o se non altro buffo, data la piega presa ieri​. E l’unica persona in grado di stirarla è ancora lì, nella metà del letto dove non mi spingo quasi mai. Fino a qualche ora fa non era altro che un saluto al suo arrivo e lo scatto della serratura a fine servizio, poco più di qualche battuta se capita di incrociarla in casa, impegnata tra una faccenda e l’altra o presa a cucinarmi la cena. Spesso neppure mi accorgo quando se ne va, d’altra parte se resta… I soldi sono ancora sul comò, forse è il caso di aggiungerne altri per lo straordinario , quanti però?, è carina, eppure quella collana disegnata sul collo dovrebbe contenere la spesa, diciamo cinquanta? Le farebbero comodo di certo, ma non è il caso di trattarla come una sgualdrina, potrebbe offendersi. ⎯ si offenderebbe sicuramente. È sempre così, il pudore distorce la genuinità delle cose, rendendo persino la necessità una vergogna. E tuttavia passando per stronzo riuscirei a mantenere il nostro rapporto su un piano lavorativo ⎯, più o meno. Ma poi perché?, magari è quella giusta, la mia Cenerentola! La biancheria era davvero principesca, sento ancora il profumo di seta e pizzo, qualcosa dei suoi vestiti sarà finito sul termosifone e l’aria ne diffonde l’odore in giro per la stanza. Sotto la tuta sfinita mi aspettavo delle calze color carne o ancor peggio dei gambaletti appassiti sul polpaccio, ero pronto ad accarezzare una coscia ispida… com’era liscia invece, tanto da sentire i polpastrelli ruvidi. Tutt’altro rispetto alle delusioni nascoste sotto un trucco esperto, ingannevoli come i campi di grano in maggio, con le spighe ancora verdi che ondeggiano sulla terra dura e screpolata. È ancora nuda, il viso segnato da un’espressione di soddisfazione compiaciuta, la stessa di quando posa una pentola pulita nello scolapiatti: sogghigna, e sotto il mento il secondo sorriso, dalla base di un orecchio all’altro, pare tenere in tiro l'intera pelle del corpo, come fosse la cucitura d’ingresso da cui si riempie una bambola. Lascia immaginare una lama che spunta alle spalle e cinge la gola in un abbraccio sottile, sempre più profondo. O più semplicemente è il risultato di un’operazione, o un incidente. Eppure anche solo la possibilità di quella violenza rende difficile essere scortesi con lei. Al contrario, mi porta ad essere oltremodo delicato e comprensivo, anche quando fa delle cazzate. Se lunedì non avesse dimenticato di scaricare la lavatrice, ieri sera non si sarebbe attardata per finire di stirare la montagna di panni in cui ci siamo ritrovati dentro - saranno da lavare nuovamente -. Mi è capitato altre volte di inciampare in un rapporto sconveniente, dicendomi sempre, la mattina seguente, che non lo avrei rifatto, e tuttavia sopravvivere ai propri errori permette di commetterli ancora. Sarà stata l’irresistibile tentazione di cadere nel cliché: sedotto dall’intrigante domestica, oppure la vista di una donna di spalle inconsapevole del proprio fascino naturale, o l’odore dei panni stirati che ogni volta mi fa sprofondare nello sgabuzzino di casa, dove la mamma con gli zoccoli ai piedi spruzzava l’appretto sulle camicie d’ufficio, voglia di amare.
È stato bello, pulito, ordinato, un lavoro ben fatto, mi auguro non diventi altro - non abbiamo usato il preservativo - altrimenti occorrerà trovare una nuova donna delle pulizie. Spero, prego di no. Dicono che il terrore di un figlio inatteso sia paragonabile unicamente all’amore che si prova una volta nato. Non è il mio caso. Non voglio un figlio, non saprei nemmeno che nome dargli, dovrei prima ricordarmi quello della madre. Anna forse?, si ⎯, si Anna ⎯. Devo pisciare, o la bandiera ancora issata le provocherà pensieri incoraggianti. Ed eccolo lì, accanto al mio, come se avessero fatto sesso anche loro: due spazzolini dove prima ce n’era solo uno. Una leggera ancora di approdo nella mia vita. O forse no, se lo riprenderà non appena sveglia, le ragazze come lei tengono sempre uno spazzolino in borsa, ed è incredibile la tendenza degli spazzolini ad accumularsi nei bicchieri, in ogni bagno che conosco ci sono più spazzolini che bocche da lavare. Mazzi di spazzolini da denti in vaso. Forse dovrei toglierlo per lanciare un messaggio: sciacquati! Ma quel sorriso sotto il mento mi impedisce di essere crudele.

You may also like

Back to Top