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[ Andrea Papi - 10/23 / Urbino = Italy ] Due scali a pioli che si attraversano. (60x40x300mm).
Due scale a pioli complementari verticali che si attraversano, l’una sale/scende l’altra.
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Two vertical ladders that cross each other without ever touching, one ascending/descending the other.
Due scale a pioli complementari verticali che si attraversano, l’una sale/scende l’altra.
Sia nella cultura mitologica/religiosa (come simbolo assiale) che in quella sociale, la scala rappresenta un moto di ascesa/discesa, i gradini alludono ai livelli/tappe di percorrenza verso uno stadio superiore od inferiore.
Nell’opera di Papi le due scale, una per salire, l’altra per scendere, si penetrano senza mai intersecarsi dimostrando un legame profondo seppur intangibile. L’opera ci porta a riflettere sulle dinamiche della diseguaglianza sociale in cui l’ascesa ad uno stato più agiato per qualcuno, comporta un invisibile discesa ad un livello inferiore di agiatezza per qualcun altro. Nella cultura neoliberista occidentale l’ascesa, in una scalata, è possibile esclusivamente sfruttando e calpestando i gradini inferiori fino a raggiungere la vetta della piramide sociale, e poiché la vetta è in grado di ospitare pochi soggetti, ogni qualvolta che un nuovo scalatore arriva al vertice, automaticamente qualcuno deve abbandonarlo usufruendosi di una scala più subdola.
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Both in mythological/religious culture (as an axial symbol) and in social culture, the ladder represents a motion of ascent/descent, the rungs alluding to the levels/roads towards a higher or lower stage.
In Papi's work the two ladders, one for ascending, the other for descending, penetrate each other without ever intersecting, demonstrating a profound if intangible bond. The work leads us to reflect on the dynamics of social inequality in which the ascent to a more affluent status for someone entails an invisible descent to a lower level of affluence for someone else. In the Western neo-liberal culture, the ascent, in a climb, is only possible by exploiting and trampling on the lower rungs until reaching the top of the social pyramid, and since the top can only accommodate a few, every time a new climber reaches the top, automatically someone has to leave it by taking advantage of a more devious ladder.
Il titolo dell’opera “H”, deriva sia dalla forma grafica della lettera maiuscola, simile alla matrice fondamentale che compone una scala a pioli; sia dalla subdola funzione diacritica della lettera capace di cambiare il significato e la pronuncia di una parola pur essendo muta. La lettera “H” ha e dà valore esclusivamente in relazione con altre lettere così come, in una società, ogni individuo.
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The title of the work, 'H', derives both from the graphic form of the capital letter, similar to the fundamental matrix that makes up a rung ladder; and from the devious diacritical function of the letter, capable of changing the meaning and pronunciation of a word despite being silent. The letter 'H' has and gives value exclusively in relation to other letters as well as, in a society, every individual.

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